Novembre, nelle zone venete, rappresenta un mese particolare perché dedicato a un uccello molto apprezzato sia per la sua mansuetudine sia per la sua prelibatezza a tavola, l’oca da cortile. L’oca è un uccello acquatico simile all’anatra, ma di dimensioni e di peso maggiori. È un animale esistito per migliaia di anni, è stato allevato dai Romani e da altre culture europee, ed era considerato sacro dagli egiziani, 4000 anni fa. Solamente da poco tempo, l’oca è stata integrata tra gli animali domestici e nelle fattorie, questo grazie alle caratteristiche della sua personalità, positiva e affabile che, nel tempo, è mano mano affiorata. A differenza di quanto accade con altre specie di uccelli, per via del suo piumaggio, l’oca ha una grande resistenza alle malattie e alle condizioni meteorologiche avverse; questa forza fisica consente di poterla allevare anche all’aperto durante tutto l’anno e di non aver bisogno di troppe cure.

E in questo periodo dell’anno, esattamente il prossimo 12 novembre, si avrà un evento famoso e senza eguali nel paese di Mirano, in provincia di Venezia, dedicato proprio a questo volatile così gustoso. In questa manifestazione sei squadre, in rappresentanza del capoluogo e delle sue cinque frazioni, gareggiano a colpi di fortuna, sfidandosi lanciando i dadi per raggiungere la casella 63 di un grande gioco dell’oca vivente, nato riportando sulle caselle le immagini di luoghi, di personaggi e di monumenti di Mirano. Si tratta di una festa dalle antiche radici, un evento che torna ogni anno ad animare il centro storico di questa cittadina nel cuore del triangolo tra Venezia, Treviso e Padova, attirando migliaia di visitatori curiosi di (ri)scoprire una tradizione tanto particolare. In passato la festa, infatti, cadeva in prossimità del giorno di San Martino per festeggiare la chiusura dell’anno agrario e sulle tavole delle famiglie contadine faceva la sua comparsa l’oca. Forse perché in questo periodo dell’anno l’oca raggiunge il suo maggior splendore, con una carne così morbida da sciogliersi in bocca, forse perché le famiglie più abbienti la apprezzavano molto, fatto sta che questa tradizione gastronomica si è tramandata di generazione in generazione, arrivando fino ai giorni nostri accompagnata dal celebre detto “Chi no magna l’oca a San Martin nol fa el beco de un quatrìn”.
In questo via vai di sapori, di colori e di profumi, la regina incontrastata della fiera è ovviamente l’oca. E non solo a tavola, tutto rimanda a lei, presente in ogni effige e dimensione in tutti gli angoli della festa, come le grandi sagome che spuntano dai portici. E non possono mancare tutti i prodotti gastronomici a base d’oca provenienti dalle zone italiane più vocate, come il Friuli-Venezia Giulia e la Lomellina. Per i buongustai ci sono pronte le leccornie di un panino con la salsiccia d’oca o di una mozzarella in carrozza con il prosciutto cotto d’oca o, ancora, di un piatto di risotto alla salsiccia o di un piatto di ochette ripiene, naturalmente, di carne d’oca.